ARAMIRÈ
COMPAGNIA DI MUSICA SALENTINA

Mazzate Pesanti
CD + libretto
Euro 13,00.

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RECENSIONI

Word Music Magazine di marzo-aprile 2005
www.worldmusiconline.it

la parola a… ROBERTO RAHELI (ARAMIRÈ)
“Mi hanno cucito addosso i1 vestito del filologo, ma la mummificazione della riproposta della musica di tradizionale orale non mi appartiene: Per me la musica si divide in bella e brutta e le distinzioni fra generi mi lasciano interdetto. Per anni sono stato affascinato dalle voci e dalle melodie dei salentini delle generazioni precedenti. Anzi, il termine corretto è ’nfascinatu, per dirla alla salentina, con una parola il cui significato ha un che di magico, di stregonesco. Lu ’nfascinu è la fattura, la maledizione di chi ti ti vuole male, ed augurandoti il bene, ti provoca la sfortuna. Lu ’nfascinu della musica degli anziani ha fatto sì che certe arie, certe armonie vocali, certe voci e controvoci mi fossero inchiodate in testa senza tregua. E poi quelle voci hanno cominciato a cantare canzoni nuove, che parlavano del’oggi. Alcune le ho dimenticate, altre si sono cristallizzate in questo CD, altre ancora continuano a girare. Forse usciranno, prima o poi”.
“Ho tradito la tradizione persino io che passo per l’integralista militante della musica salentina? Non credo che la tradizione sia un qualcosa d’immutabile, in fin dei conti, è una scelta forzata: quelle voci antiche, quel coro di diavoli in paradiso, mi cantano nella testa e nel cuore. A loro voglio rendere conto. A loro e a nessun altro”.

MAZZATE PESANTI Edizioni Aramirè, 2004
Disincantanti, causticamente incazzati, gli Aramirè menano Mazzate Pesanti, ma solo “culli soni e culli canti”. Dicono la loro sulla mercificazione del Salento etnico, sul potere delle tarante, sul tamburello che sempre più ricorda l’anello al naso. È lo sguardo di chi musica e rapporto con i cantatori e suonatori tradizionali l’ha vissuti pienamente. Riparte da questa credibilità conquistata sul terreno con studio profondo ed empatico (in compagnia di Gigi Chiriatti, oggi non più col gruppo), per creare musica salentina che parla dell’attualità: dell'abusivismo edilizio e istituzionale, delle lotte sociali, di Sofri. Temi che si appoggiano alla struttura dei canti a distesa, degli stornelli e della pizzica, fianco a fianco ai repertori tradizionali. Musica che non cede alle suggestioni edonistico-dionisiache, che attualizza le liriche, creando nuove/vecchie melodie, in cui il gioco delle voci è centrale. Quella dei sei musicisti della Compagnia di Musica Salentina Aramirè è una lezione necessaria: del resto, innovazione significa per forza ridondanza di note e di timbriche? La cultura popolare non ci ha forse insegnato la via opposta?
Ciro De Rosa

Blow Up – Marzo 2005
pag. 71
Anche se non vi interessa la musica etnica e sulle coste salentine non ci andate neanche in vacanza perché non vi piace il mare compratevi lo stesso questo disco. Per soli 13 euro farete una buonissima azione culturale, concorrendo alla strenua lotta che Roberto Raheli e Aramirè Compagnia di Musica Salentina stanno combattendo dal 1996 contro i falsi storici e un uso a dir poco immorale del patrimonio tradizionale locale. Perché la famigerata Notte della Taranta ha trovato molta eco sulla stampa nazionale e non solo, ma nessu¬no pare essersi accorto che carrozzoni di quel genere nascondono una realtà ben diversa. Nelle accurate note di presentazione Raheli spiega per bene e con pacatezza le sue convinzioni, con uno sguardo a 360 gradi che abbraccia non solo le questioni musicali ma anche gli irrisolti problemi sociali, economici e politico-amministrativi della sua terra (abusivismo edilizio, inquina¬mento, incuria ambientale ecc.). Raheli si scaglia a ragione contro la politica dell’“evento” che tanto piace agli assessori al turismo (non solo in Salento, purtroppo, di sport nazionale si tratta: Raheli si consoli se può!): un bel concertone, una folla sudaticcia che consuma cisterne di birra ormai tiepida (è questo il vero business) e dopo il nulla. Perché non basta una sera in compagnia di Giovanni Lindo Ferretti a dare un senso al recupero della pizzica e dei canti alla stisa. L’evento ci può forse stare solo se giunge al culmine di un serio lavoro di ricerca, di cura, di promozione, di aggiornamento anche, del patrimonio folklorico di una regione, da effettuarsi 365 giorni l’anno, Natale e ferragosto compresi. In ogni caso, al di là della questione “morale”, in “Mazzate pesanti” circola tanta buona musica, scarna ed essenziale com’è giusto che sia, in perfetto equilibrio tra passato e presente. E come proclama Roberto Raheli nella title-track “su etnicu ’ncazzatu na cosa l’aggiu dire / se nu parlarmi moi dimme quando imu parlà”. (10)
Piercarlo Poggio

tratto da un articolo dell'
Unità del 12 dicembre 2004

Compagni, queste sono "Mazzate pesanti"
È il titolo del bellissimo cd di Roberto Raheli. L'ho ascoltato in Puglia: ha delle cose forti da dire e le sa dire
di Ivan Della Mea
Gli Aramirè, gruppo di ricerca e di riproposta dei suoni salentini, in polemica con i pizzicanti pizzicagnoli tarantolati dalla voglia di fare moda, consumo, il verso al popolo, folklorismo becero d'accatto, le notti della tarantola.Con il massimo rispetto, filologico a parer mio, dello spirito vivo della tradizione, Roberto Raheli canta il nostro presente e propone così un nuovo e più alto livello del canto della protesta sociale. Mazzate pesanti è il titolo del Cd e di mazzate si tratta e pesanti davvero e dedicate all¹universo mondo con intelligenza e tutto quello che occorre per indurre un ascolto non evasivo: la ragione di Raheli vuole essere ascoltata e ci riesce.
pubblicato su www.pizzicata.it


LucaFerrari.net - 2 settembre 2004
www.lucaferrari.net
Terzo album del gruppo salentino fondato dal ricercatore Roberto Raheli, dopo l'ottima prova di "Sud Est" del 2002, che non solo conferma il rigore e la serietà degli intenti di "rilettura" della tradizione, ma rivendica energicamente un "discorso" intorno alla cultura e alla società contemporanea.
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per leggere un altro articolo dello stesso autore su Mazzate Pesanti clicca qui)

RockShock.com - 19 febbraio 2005
www.rockshock.com
"Questo cd contiene materiale non tradizionale. Maneggiare con cautela!". Si legge proprio così sulla copertina di Mazzate Pesanti, l'ultimo, scomodo, dissacrante, "...etnico e incazzato..." lavoro di Aramirè, storica compagnia salentina, da tempo impegnata a promuovere la conoscenza, in Italia e nel mondo, della musica e della cultura tradizionale di questo estremo lembo d'Occidente che guarda ad Oriente, crocevia di anime e sentimenti, terra ricca (anche di contraddizioni) e bellissima, da difendere e proteggere, soprattutto da se stessa (e dai suoi amministratori).
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Musical Tradition- 20 Marzo 2005
www.mustrad.org.uk
A small number of readers may remember me being particularly enthusiastic about a CD from Salento (the 'heel' of Italy's 'boot') a few years ago, which I reviewed in Folk Roots, as it then was. The record concerned was called Bassa Musica, or 'low music', by Canzoniere di Terra d'Otranto, (in fact, I tried to include it in MT's list of Italian records we sell from the website, but it is now, sadly, unavailable). The band had been founded in 1989, produced Bassa Musica in '94, but then faded out of existence. But in 1996 one of its most active members, Roberto Raheli, set up its successor, Aramirè Compagnia di Musica Salentina (hereinafter referred to as ACMS). ACMS is a group of revival performers, but they have very strong connections with their traditional sources - both personally and stylistically - and this results in a CD which I think even the most pedantic traddie would find it hard not to enjoy. It also has the advantage of its members being a generation younger than their traditional counterparts - and so they tend to be a lot easier to listen to.
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