GIOVANNI RINALDI e PAOLA SOBRERO
La memoria che resta
Vita quotidiana, mito e storia dei braccianti nel
Tavoliere di Puglia
prefazione di Alessandro Piva
pp.
400, 142 fotografie in bianco e nero e a colori, 2 cd audio.
Euro 15,00
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le recensioni del libro
"La
memoria che resta" contiene i risultati della vasta ricerca
sul campo
realizzata dagli autori tra il 1974 e il 1980 tra i braccianti
del Tavoliere
di Puglia. “La più importante ricerca che sia stata
fatta nel nostro Paese su una zona di bracciantato agricolo”
secondo l’Istituto "Ernesto de Martino".
I percorsi della ricerca partono dagli inizi del '900 giungendo
sino agli
anni '70: la fatica quotidiana, la conquista dei diritti, Giuseppe
Di
Vittorio, la festa del Primo Maggio. Il volume (in questa nuova
edizione totalmente riveduta e ampliata rispetto alla prima del
1981) presenta i saggi storico-antropologici di Giovanni Rinaldi
e Paola Sobrero, le note bibliografiche di Linda Giuva, 60 narrazioni
e storie di vita, 53 canti proposti da più di cento lavoratori
agricoli, le fotografie d'epoca, i reportages fotografici di Giovanni
Rinaldi, Alberto Vasciaveo e Paolo Longo. All'interno 2 CD audio
contenenti 23 racconti e 42 canti.
La memoria che resta ha ispirato artisti di diversa provenienza,
nei campi del teatro, della musica, del cinema.
"Poco
meno di un anno fa "incontrai" un libro, La memoria
che resta. Vi
erano raccolte testimonianze preziose di una storia quasi dimenticata:
la storia del movimento bracciantile nel Basso Tavoliere di Puglia.
Qual è il senso di raccontare la memoria oggi? Perché
la voce dei braccianti di cinquant’anni fa ci parla oggi
come fosse cronaca? Il lavoro della terra, le memorie, la quotidianità
dei braccianti sono una presenza costante, tracce e segni di un
passato ansioso di futuro. Un passato che è presente, qui
ed ora, con l’unica differenza che quegli uomini, un tempo
piccoli e abbigliati in nero, oggi vengono da lontano ed hanno
spesso la pelle nera. Per questo ricorreremo al teatro: per restituire
voce a tutti quegli uomini che, oggi come allora, voce non hanno."
Enrico Messina, attore e autore (con Micaela Sapienza) dell’opera
teatrale Braccianti, la memoria che resta.
"La
memoria che resta è un lavoro, da acquisire e leggere,
scorrere e
studiare, di particolare importanza. È veramente prezioso
perché, come è facile immaginare, alcuni dei testimoni
di quel periodo stanno andando via, inesorabilmente. E lì,
in qualche modo, sono tutte fermate: la loro memoria, le loro
storie personali che s'intrecciano con quella del nostro Paese."Alessandro
Piva, regista (ha in cantiere, con gli autori del volume, un progetto
cinematografico)
"Cercavo
una chiave di racconto di me stesso, un elemento ispiratore forte:
l'ho trovato tre anni fa su una spiaggia del Gargano, grazie a
un amico che mi ha fatto leggere un libro, La memoria che resta:
ho capito che dovevo ripartire dalla mia terra e da una sana nostalgia…
E ho scoperto la forza evocativa di quelle parole, di quelle storie,
di quei testi, di quel libro davanti a me sul pianoforte che leggevo
ad alta voce, alla ricerca della musica per rendere in qualche
modo mio quel racconto."
Umberto Sangiovanni, musicista, autore de "La controra",
cd realizzato a partire dai testi della tradizione orale del Tavoliere
e del Gargano.